I test preliminari in laboratorio sono indispensabili.
Ma solo un test reale di un mese di crociera, rimanendo sempre rigorosamente alla fonda e senza mai entrare in porto, poteva confermare il raggiungimento dei nostri obiettivi: un dissalatore di facile utilizzo, robusto e affidabile.
Abbiamo installato il nostro dissalatore di test sulla nostra barca-laboratorio, un Mira 43. Un modello di barca come ce ne sono molte, dotato di un serbatoio di acqua dolce da 250 litri circa, 2 batterie dei servizi da 150Ah, generatore da 5KW, caricabatterie da 50Ah e 2 serbatoi di gasolio da 500 litri ciascuno.


Una barca che, come si nota immediatamente dalle dimensioni del serbatoio d’acqua, non nasce certo per consentire molte notti in rada senza entrare in porto per fare rifornimento d’acqua dolce. Con un consumo stimato di circa 50 litri al giorno a persona, con un equipaggio di 4 persone il serbatoio durerebbe poco più di un giorno.
Per quanto riguarda l’energia elettrica, a fronte di un consumo di bordo oscillante intorno ai 120Ah le batterie dei servizi garantiscono un autonomia di poco più di un giorno intero, rendendo necessario l’uso del generatore per la ricarica delle stesse nel caso la barca rimanga ferma alla fonda per uno o più giorni senza navigare e quindi senza utilizzare gli alternatori dei motori principali.
L’installazione del dissalatore ha radicalmente trasformato le caratteristiche di autonomia della barca, trasformando i punti di debolezza in altrettanti punti di forza.


Il fabbisogno energetico di bordo doveva essere reintegrato avviando il generatore e quindi il caricabatterie da 50Ah per una durata variabile indicativa di 2-3 ore al giorno.
Contemporaneamente veniva avviato il dissalatore, producendo fino a poco meno di 300 litri al giorno, ben oltre il fabbisogno di bordo e la capacità del serbatoio.
Per ottimizzare sia la carica delle batterie, sia la produzione di acqua, il generatore ed il dissalatore venivano attivati due volte al giorno tipicamente al mattino e alla sera quando la corrente era utile anche per avere acqua calda per la doccia, usare phon ed elettrodomestici vari di bordo e quando il consumo di acqua era massimo, creando spazio nel serbatoio per la nuova acqua prodotta dal dissalatore.
Il dissalatore ci ha consentito di guardare alle caratteristiche della barca da un diverso punto di vista.
Non si è sentita la necessità di un serbatoio d’acqua di maggiori dimensioni ed è venuta meno l’esigenza di salpare con il serbatoio pieno fino all’orlo. In barche con serbatori d’acqua molto grandi fare navigazioni lunghe con i serbatoi pieni può comportare un appesantimento della navigazione che si riflette sia sull’assetto della barca sia a livello dei consumi di carburante.
L’acqua può essere prodotta tranquillamente una volta a destinazione.
Sotto il profilo energetico, 2 sole batterie per i servizi sono state più che sufficienti, consentendo di limitare sia il peso delle batterie a bordo, sia la maggiore spesa necessaria al momento delle sostituzioni programmate se avessimo installato un banco di 4-6 batterie.


In conclusione, la presenza del dissalatore ha consentito di estendere indefinitamente l’autonomia in rada e di trasformare in positivo anche le apparenti debolezze della barca.
Infine, grazie alla presenza del dissalatore, finalmente il generatore è diventato un componente realmente utile e attivo, il cuore energetico della barca in rada. Spesso, lo sappiamo bene, il generatore è una preziosa zavorra che in crociera non viene mai utilizzato e viene acceso in banchina solo per mantenerlo efficiente..